“..dove storia, arte e natura si incontrano in un paesaggio d’autore”
– Peppino Montanaro
Un Patrimonio che Attraversa i Secoli
Adagiata su una collina dolce e ventilata, a soli quindici chilometri da Taranto, Masseria Amastuola appare oggi come un elegante wine resort immerso nei vigneti. Eppure, chi varca la sua soglia non entra soltanto in una struttura ottocentesca, ma in un luogo che custodisce una memoria antichissima, stratificata nei secoli e rimasta impressa nella terra e nelle sue pietre.
Le origini della masseria come la conosciamo risalgono al XIX secolo, quando fu edificata in pietra calcarea locale seguendo lo schema tipico delle masserie pugliesi: una corte chiusa, ambienti funzionali alla vita agricola, spazi per la trasformazione dei prodotti e per l’allevamento. La solida architettura, essenziale e severa, era al tempo stesso presidio di lavoro e simbolo della vita rurale della Puglia. Ma la collina di Amastuola custodiva tracce molto più antiche, che avrebbero rivelato un passato sorprendente.

Le Radici Antiche: Greci e Japigi sulla Collina di Amastuola
Le ricerche condotte dall’Università di Amsterdam, sotto la guida del prof. Gert-Jan Burgers, hanno collocato la collina di Amastuola al centro di una rilevante indagine riguardante l’insediamento umano protostorico. Tra l’VIII e il VII secolo a.C., la zona fu sede di una comunità in cui greci e japigi (indigeni pugliesi) convivevano in un rapporto di contiguità e rispetto reciproco, condividendo pratiche agricole e rituali, pur mantenendo spazi distinti.
Questo risultato ha segnato Amastuola come sito di riferimento per il dibattito sulla colonizzazione greca in Italia e sui contatti complessi tra colonizzatori e popolazioni autoctone. Le prime evidenze si devono agli scavi stratigrafici avviati già a partire dagli anni ’80 dalla Soprintendenza, e poi approfonditi da Burgers: sono emersi resti di un abitato arcaico, capanne, strutture difensive indigene e, poco distante, tombe di tipo greco con corredi raffinati.
Le informazioni raccolte indicano che l’insediamento non fu frutto di una conquista muscolare da parte dei Greci: la presenza contemporanea di elementi ceramici geometrico-indigeni e strutture di carattere locale suggerisce piuttosto una coesistenza pacifica e una convivenza culturale significativa.
A pochi passi dal sito abitativo si trovano necropoli arcaiche, con tombe scavate direttamente nella roccia che conservano all’interno corredi in ceramica greca protocorinzie e corinzie. Da queste sepolture provengono alcuni dei preziosi reperti oggi custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MARTA), tra cui i celebri Ori di Taranto. Questi gioielli, raffinati e testimonianze di una cultura artistica elevata, raccontano dell’intreccio tra tradizione indigena e influenze elleniche.
Burgers, Gert-Jan & Crielaard, Jan Paul (2012). Greek Colonists and Indigenous Populations at L’Amastuola, Southern Italy. BABESCH, 87, pp. 69–106. DOI: 10.2143/BAB.87.1.2020763
Il Restauro: Quando la Pietra Torna a Parlare




I segni di questo passato remoto si possono ancora vedere chiaramente all’ingresso della masseria: le rovine dell’antico insediamento, emerse durante gli scavi, sono state lasciate a vista nel pavimento, come testimonianza viva delle origini del luogo.
Le mura della masseria, invece, raccontano un tempo più vicino ma altrettanto significativo. Nel 2003 la struttura, ormai in parte segnata dal degrado, è stata acquisita dal Gruppo KIKAU della famiglia Montanaro e affidata a un importante progetto di restauro a cura dello studio Earthplan.
L’intervento ha restituito vitalità alla pietra, consolidando le facciate e recuperando gli spazi originali, ma senza rinunciare a una visione contemporanea. Così, gli ambienti che un tempo ospitavano attività agricole si sono trasformati in camere e suite dall’eleganza sobria, il vecchio trappeto e gli spazi comuni sono stati adattati per accogliere eventi e degustazioni, mentre una piscina a sfioro è stata progettata per dialogare con il paesaggio, senza interromperne l’armonia.
Il restauro ha seguito un principio chiaro: conservare l’anima storica della masseria e, al tempo stesso, dotarla di ciò che serve all’ospitalità di oggi. È per questo che Amastuola riesce a essere un luogo in cui si respira l’autenticità del passato, pur vivendo il comfort della modernità.
Il Vigneto-Giardino: Un Paesaggio che Diventa Arte

Se le mura della masseria raccontano il passaggio dei secoli e delle generazioni, è il vigneto che la circonda a rappresentarne l’anima viva, la sua identità contemporanea. Non un semplice campo coltivato, ma un vero e proprio paesaggio culturale, affidato alla visione poetica del paesaggista spagnolo Fernando Caruncho, tra i più apprezzati a livello internazionale.
Caruncho, noto per i suoi giardini geometrici e per l’uso della luce come elemento progettuale, ha trasformato i 100 ettari di Amastuola in un vigneto-giardino unico nel suo genere. Le sue opere, presenti in Europa, Stati Uniti e Giappone, sono caratterizzate da una forte dimensione spirituale: l’armonia delle linee, il dialogo tra natura e architettura, la ricerca di una bellezza essenziale.
I filari ondulati delle vigne si rincorrono con ritmo armonico, evocando le onde del mare e riflettendo la luce mediterranea. È un paesaggio che unisce arte, agricoltura e natura, in cui l’ordine geometrico incontra la vitalità del terreno pugliese.
“…onde del tempo che attraversano fin dall’antichità questo luogo”
– F. Caruncho
Gli Ulivi Secolari: Monumenti Viventi
Accanto alle viti, maestosi e silenziosi, si ergono ulivi secolari, alcuni con più di ottocento anni, veri monumenti viventi scolpiti dal tempo. I tronchi contorti narrano una storia millenaria e regalano alla vista forme quasi scultoree.
Questi alberi non sono una semplice cornice suggestiva: il progetto paesaggistico della Masseria ha valorizzato e reinventato il paesaggio rurale stesso. Gli ulivi, recuperati e ricollocati in 24 isole agrarie lungo i vialetti e disseminati all’interno del vigneto, creano un contrasto cromatico armonico tra il verde argenteo delle chiome e il verde intenso dei filari. Si tratta di un vero e proprio recupero storico-monumentale, testimoniato anche dal CNR di Perugia, che li hanno censiti e datati: molti esemplari con più di 800 anni e un diametro che supera i 2,5 metri.
In questo spazio, agricoltura e arte si intrecciano senza soluzione di continuità, dando vita a un giardino vivente dove ogni elemento è pensato anche per emozionare.

La Masseria Amastuola è molto più di una destinazione turistica. È un paesaggio culturale, un mosaico di storie e di forme, un luogo in cui passato e futuro dialogano con naturalezza. Ogni pietra, ogni vite e ogni ulivo raccontano la stratificazione di secoli che hanno reso questa collina un crocevia di civiltà.
Camminare tra le sue mura e i suoi vigneti significa vivere un’esperienza totale: quella di un luogo che custodisce la memoria, ma che ha scelto di rinnovarsi con eleganza, trasformandosi in un simbolo di ciò che la Puglia sa offrire al mondo.
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